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Ludwig
II di Baviera
La Wieskirche è un
importante santuario la cui origine risale al 1730, anno in cui due monaci
premostratensi del convento di Steingaden, Padre Magnus Straub ed il confratello
Lukas Schwaiger, realizzarono, in occasione della processione del Venerdì Santo,
una statua in legno raffigurante Cristo flagellato usando parti di diverse
figure lignee e ricoprendone le giunture con tessuto di lino. La statua, che
rappresenta Gesù pieno di sangue e ferite, destò nella popolazione locale una
visione traumatizzante e così venne portata nel solaio del convento. Il 4 marzo
del 1738 la moglie dell'oste del monastero, la contadina Maria Lory, portò la
statua nella sua masseria affinchè tutti potessero vederla; in pochi giorni la
gente del luogo si portò in processione a pregare davanti al "Cristo
flagellato". Il 14 giugno 1738 avvenne il miracolo: Maria Lory notò alla sera
e la mattina seguente alcune gocce sul volto di Cristo che lei ritenne essere
delle lacrime. Questo fatto eccezionale diede avvio ad un grande movimento di
pellegrini da tutta la Baviera e anche da altre zone. Venne costruita un piccola
cappella per custodire la statua lignea ma col tempo lo spazio era troppo
piccolo e si diede inizio alla costruzione di un grande chiesa. Nella
Wieskirche regna incontrastato il rococò e l'aspetto interno della chiesa è un
insieme armonioso di ricchi stucchi, dipinti e decorazioni dorate realizzate tra
il 1745 e il 1754 dai fratelli Dominikus e Johann Baptist Zimmermann. Ogni
anno 1 milione di fedeli si recano a venerare la statua del "Cristo flagellato"
e la chiesa è stata dichiarata dall'Unesco bene culturale di interesse
mondiale. La Wieskirche, situata nel paese di Steingaden, è aperta tutti i
giorni dalle 8 alle 17 (fino alle 19 in estate) con ingresso libero.
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Wieskirche (Steingaden) |
Wieskirche (Steingaden) |
Neuschwanstein
Castello di Ludwig II |
Il castello di
Neuschwanstein è uno dei simboli della Baviera e della Germania nel mondo.
E' il "castello delle favole" per eccellenza, fatto costruire dal "re delle
favole" Ludwig II (1845-1886) a partire dal 1869 su progetto dello scenografo
Christian Jank. L'idea di edificarlo sullo stile delle antiche residenze feudali
tedesche venne al monarca bavarese dopo essere rimasto quasi "folgorato" da una
visita nel 1867 alla fortezza medievale di Wartburg in Turingia. Neuschwanstein,
situato nella sud della Baviera quasi al confine con l'Austria, domina dall'alto
dei suoi 965 metri i paesi di Füssen e Schwangau ed il magnifico paesaggio
circostante. Walt Disney lo prese come modello per i castelli di alcuni tra i
suoi più celebri film d'animazione ("Biancaneve e i sette nani", "Cenerentola",
"La bella addormentata nel bosco"). Le sale interne, riccamente arredate, sono
un omaggio al genio musicale di Richard Wagner: "Tannhäuser", "Lohengrin",
"Tristano e Isotta", "I maestri cantori di Norimberga" e il "Parsifal", un inno
al romanticismo e alle antiche leggende germaniche. Nel corso della visita al
castello alcuni ambienti vi colpiranno in modo speciale: prima di tutto la sala
del trono in stile bizantino, progettata da E. Ille e J. Hofmann. I gradini di
marmo di Carrara portano all'abside che doveva sovrastare un trono d'oro e
d'avorio, mai realizzato perchè dopo la morte del re tutti i lavori previsti e
non ancora iniziati non vennero portati a termine. I dipinti, opera di W.
Hauschild, raffigurano fra l'altro i dodici apostoli, sei re canonizzati ed
episodi della loro vita. Al centro dell'abside si vede Cristo con Maria e con
l'apostolo prediletto Giovanni mentre all'estremità della sala si può ammirare
il dipinto rappresentante "La lotta di San Giorgio con il drago". In questo
quadro, a sinistra sopra la roccia, si può vedere il quarto castello progettato
dal re, la rocca di Falkenstein, la cui edificazione doveva iniziare nel 1886 ma
nello stesso anno Ludwig morì e non se ne fece più nulla. Nel grande candelabro
a forma di corona bizantina ed eseguito in ottone dorato sono inserite 96
candele. Per sostituirle e per pulire il candelabro - che tra l'altro pesa
parecchi quintali - è stato creato un apposito argano. Il pavimento in mosaico
è stato realizzato utilizzando oltre due milioni di tessere. Nella sala da
pranzo troviamo una serie di dipinti raffiguranti scene della leggendaria gara
poetica dei cantori svoltasi a Wartburg nel 1207. Richar Wagner si è ispirato a
questo tema ed alla leggenda del Tannhäuser per creare una delle sue più belle
opere. I quadri sono opera del monacense Ferdinand Piloty, il più famoso dei
pittori che ha lavorato nel castello. Sopra la porta, ricoperta da tende in seta
color rosso vino, è rappresentato metaforicamente Wolfram von Eschenbach, il
poeta del "Parsifal" e del "Lohengrin". Sopra un'altra porta, attraverso la
quale si entra nella camera dei servitori, è raffigurato Gottfried von
Strassburg, l'autore di "Tristano e Isotta". Il tavolo della sala da pranzo è
"normale", non come quelli dei castelli di Herrenchiemsee e Linderhof
dove uno speciale marchingegno li fa scorrere dalla sala da pranzo direttamente
nelle sottostanti cucine e viceversa in modo tale che nessun servitore potesse
disturbare il re mentre mangiava. Ludwig aveva una predilezione per le camere da
letto sfarzose e per questo quella realizzata a Neuschwanstein in stile tardo
gotico è ornata da meravigliosi intagli in legno di quercia che si possono
ammirare principalmente sul baldacchino del letto, sul lavabo, sulla colonna
centrale e sulla sedia di lettura. In questa sola stanza hanno lavorato 14
intagliatori per ben quattro anni. Gli intagli ai piedi del letto rappresentano
la risurrezione di Cristo ed alludono alla relazione simbolica fra il sonno e la
morte. Le tende, le tappezzerie e le coperte in blu bavarese (il colore
preferito del re) sono ornate da ricami rappresentanti lo stemma della Baviera,
il cigno ed il leone dei Wittelsbach. Il lavabo era provvisto di acqua corrente;
l'acquedotto era alimentato da una sorgente situata a circa 200 metri sopra il
castello. La finestra del balcone della camera da letto offre una magnifica
vista sulla gola di Pöllath con la sua cascata di 45 m; dietro la gola si
può vedere il massiccio del Säuling (2045 metri). Attraverso una finta grotta di
stalattiti e stalagmiti e passando davanti al piccolo giardino d'inverno, si
accede al soggiorno reale, costituito da un ampio salone principale e da una
saletta, separata da colonne, soprannominata "angolo dei cigni". Il tema delle
pareti murali è tratto dalla leggenda del Lohengrin: sopra la stufa è ritratto
l'arrivo di Lohengrin ad Anversa, di fronte il miracolo del Graal. Nell'angolo
dei cigni invece sono rappresentate altre scene del Lohengrin. Le porte della
grande libreria, realizzate in stile romantico, sono ornate da dipinti relativi
alle leggende di Tristano e Isotta e di Sigfrido. Per la costruzione della sala
dei cantori fu preso a modello il castello di Wartburg. I dipinti della sala e
nel corridoio del palco si ispirano alla leggenda di Parsifal. La scena "Il
giardino incantato di Klingsor" è opera di Christian Jank. Sopra le due porte
presso il palco si trova lo stemma della famiglia reale con l'iscrizione "Ludwig
II, re di Baviera, conte Palatino". Questa iscrizione è l'unica nel suo
genere in tutto il castello. Quando Ludwig era in vita questa sala -
illuminata da più di 600 candele - non venne mai utilizzata; soltanto nel 1933,
in occasione del 50° anniversario della morte di Wagner, si tenne un
primo grande concerto, al quale ne seguirono altri fino allo scoppio della
seconda guerra mondiale. Neuschwanstein è aperto da aprile a settembre dalle 9
alle 18 e da ottobre a marzo dalle 10 alle 16. I biglietti non si acquistano
direttamente al castello ma nel Ticketcenter (ai piedi del castello). La
biglietteria apre alle 7.30 (aprile-sett.) e alle 9 (ott.-marzo); vista l'alta
affluenza di turisti, conviene arrivare al mattino presto per evitare lunghe
code (soprattutto nei mesi estivi). Un biglietto cumulativo permette di visitare
anche il vicino e più antico castello di Hohenschwangau, dove Ludwig trascorse
gran parte della sua infanzia. Si può salire al castello a piedi (circa 40
minuti), in carrozza o con un piccolo bus (mezzo più veloce). Lo Starnberger See
si trova 20 km a sud di Monaco e oggi è noto soprattutto come il "lago dei vip"
data l'altissima concentrazione di ville più o meno sontuose che ospitano
esponenti del jet set tedesco, della politica, attori nonché numerosi esponenti
delle più prestigiose famiglie aristocratiche tra i quali i Wittelsbach, l'ex
famiglia reale bavarese (è ancora loro il castello di Berg). Il 12 giugno 1886
re Ludwig II, ormai deposto dal trono e dichiarato pazzo da una commissione
medica (che mai lo visitò!), venne trasferito da Neuschwanstein al castello di
Berg, trasformato per l'occasione in una sorta di prigione: inferriate alle
finestre, porte che si potevano aprire solo dall'esterno... Il giorno seguente,
13 giugno, il medico curante del sovrano, il dottor von Gudden, accompagna al
pomeriggio Ludwig a fare una passeggiata in direzione del lago, sono soli,
nessun infermiere o guardia reale li accompagna...è ormai sera e i due non fanno
ritorno, iniziano le ricerche e poche ore dopo re Ludwig II viene trovato morto
in acqua. Al suo fianco il corpo senza vita del dottore. Le circostanze della
morte ancora oggi sono oscure: un malore durante un tentativo di fuga? suicidio?
omicidio? Sul "luogo del delitto" è stata eretta una Votivkapelle (cappella
votiva) e una croce è stata posta all'inizio del '900 da Ludwig III nel punto
del lago in cui venne rinvenuto il corpo del sovrano. Nella sponda opposta del
lago si trova la Roseninsel (isola delle rose) dove in un delizioso villino
("Casino"), recentemente restaurato e aperto al pubblico da maggio al 15 ottobre
tutti i giorni - tranne il lunedì - dalle 12 alle 18, Ludwig ha ricevuto Richard
Wagner, la zarina di Russia e spesso si incontrava con l'amata cugina Sissi, che
trascorreva le vacanze nel vicino castello di Possenhofen (proprietà privata,
non è visitabile). Gli incontri proseguirono anche quando Sissi diventò
imperatrice d'Austria e i due erano soliti lasciarsi reciprocamente delle
lettere e delle poesie (celebre quella in cui Sissi paragona se stessa a un
gabbiano e Ludwig ad un'aquila) che venivano poste in punti segreti dell'isola.
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Neuschwanstein (Schwangau) |
Neuschwanstein (Schwangau) |
Oberammergau |
Il castello di Linderhof
(1870-79), l'unico progetto completato da Luigi II di Baviera, era la residenza
favorita del re. Basterebbe un aggettivo per descrivere questo palazzo: barocco.
Forse definirlo palazzo è riduttivo: per lo sfarzo degli interni e la
raffinatezza dell'esterno, Linderhof è più un piccolo castello. Ovunque si
guarda, si resta a bocca aperta: è difficile scegliere se iniziare la visita dal
palazzo o dai giardini. Il palazzo, una bianca composizione rococò
incominciata in una valle alpina vicino a Neuschwanstein, voleva commemorare il
re Borbone Luigi XIV. L'affascinante risultato è un amalgama di rococò francese
e bavarese. Particolarmente interessanti sono la mobilia, le tappezzerie e i
candelieri di cristallo. Le quattro camere principali formano una croce, con la
sala delle scale al centro al pianterreno. Quattro saloni agli angoli connettono
le stanze formado una suite rettangolare. All’illuminazione del castello
provvedeva un’apposita centrale elettrica, una delle prime della Baviera.Gli
arredi sono sontuosi, soprattutto quelli della camera da letto e della sala da
musica. Molti soffitti sono decorati da preziosi affreschi. L'oro trionfa
ovunque. Ma il vero gioiello di Linderhof sono i giardini, abbelliti da
tempietti, corsi d'acqua, cascate, fontane, statue: costruiti sfruttando i
dislivelli naturali che circondano il palazzo, si snodano su terrazze molto
scenografiche, che creano fughe prospettiche di granda bellezza. Il particolare
più curioso dei giardini è la grotta artificiale che Ludwig fece allestire in
modo da ricostruire una scena del Tannhauser di Wagner: la "Grotta di Venere".
Al suo interno, sullo specchio d'acqua scivola una "barca" decorata da fiori e
amorini; tutto è illuminato da giochi di luce evanescente, mentre incalzanti
musiche di Wagner si diffondono nell'ambiente. La storia del castello di
Linderhof risale al '400, periodo in cui si segnala la presenza nella vallata
del Graswang (sud della Baviera, quasi al confine con l'Austria) di un podere di
proprietà del vicino monastero benedettino di Ettal ed affidato alla famiglia
Linder (da qui il nome di "Linderhof"). Re Massimiliano II lo trasformò
nell'Ottocento in un padiglione di caccia e nel 1869 il figlio Ludwig II
acquistò il terreno circostante con l'intenzione di costruire una "villa reale",
non un palazzo sontuoso e di rappresentanza ma un piccolo rifugio per il
sovrano. Approvati i progetti dell'architetto Georg Dollmann, che in seguito
costruirà anche Herrenchiemsee, iniziarono subito i lavori che terminarono nel
1879. Nel 1880 prese vita il meraviglioso giardino - il vero gioiello di
Linderhof - che fa da cornice al piccolo castello con le sue perfette geometrie,
le fontane, le sontuose statue ed una serie di padiglioni di gusto orientale,
acquistati all'Esposizione Universale di Parigi (1867 e 1878), come il chiosco
moresco e la casa marocchina che, venduta dal governo bavarese alla morte di
Ludwig nel 1886, è stata recentemente riacquistata e riportata nel parco. Le
sorprese dei giardini reali non finiscono qui: nella grotta di Venere (Venusgrotte),
dove Ludwig amava passare intere ore a sognare e riflettere facendosi cullare
dall'acqua all'interno di una piccola barca a forma di conchiglia che tuttora si
può ammirare, viene rievocata una scena del wagneriano Tannhäuser mentre nella
Hundinghütte è ricostruita una scena del primo atto della Valchiria.
All'interno, già a partire dalla sala delle udienze (da notare le decorazioni
dorate, l'imponente scrivania e le stuccature del soffitto che rappresentano
emblemi della guerra, della pace, della musica e della pittura), si capisce che,
malgrado la volontà di Ludwig di mantenere a Linderhof un'atmosfera intima e
privata, non manca certo quella monumentalità e ricchezza decorativa, in alcuni
casi anche eccessiva, tipica del gusto rococò che tanto piaceva al sovrano
bavarese. Per realizzare la camera da letto si presero ad esempio quelle più
sontuose della Residenz di Monaco mentre il soffitto, completamente affrescato e
dedicato all'apoteosi di Luigi XIV, è una idea di Ludwig. Al centro domina il
letto con un sontuoso baldacchino avvolto da un tessuto color blu e decorato con
lo stemma reale. Tipico esempio di sfarzo ed eleganza rococò è la sala degli
specchi con stucchi bianchi e dorati, consolles, ornamenti e putti che
sostengono le lampade ed una serie di quadri sopra alle porte che mostrano scene
della vita di corte nella Francia del XVII secolo. La forma definitiva della
sala da pranzo risale al 1872; gli intagli dei pannelli in bianco e oro sono di
Ph. Perron e rappresentano i lavori quotidiani che la servitù doveva compiere
per soddisfare i bisogni regali (caccia, pesca, agricoltura e giardinaggio).
L'enorme centrotavola e il lampadario provengono dalla manifattura di Meissen.
In mezzo alla stanza c'è il tavolo "Tischlein-deck-dich", che è collegato
direttamente con le sottostanti cucine attraverso uno speciale marchingegno
creato per evitare che il re venisse disturbato da camerieri e valletti durante
i pasti.
Linderhof è aperto da aprile a metà ottobre dalle 9 alle 18 e da metà ottobre a
marzo dalle 10 alle 16.
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